Quanto “pesa” l’alimentazione?
I cibi da evitare e quelli da preferire in caso di emorroidi.
Alimenti consigliati e da evitare per alleviare le emorroidi
Le scelte alimentari giocano un ruolo di primo piano nella prevenzione e nella cura delle emorroidi perché da ciò che si mangia ogni giorno dipendono la regolarità del transito intestinale e il generale benessere delle mucose dell’apparato digerente, comprese quelle della zona del retto e dell’ano, sede tipica della malattia.
Non c’è una dieta specifica da seguire: gli accorgimenti che aiutano a ridurre la probabilità che compaia la malattia emorroidaria e a renderne meno fastidiosi i sintomi, sono gli stessi consigliati in caso di stitichezza e finalizzati essenzialmente a favorire la produzione di feci morbide e facili da eliminare.
La prima regola, quindi, è bere molta acqua ai pasti principali e assumere frutta e verdura fresche per assicurarsi un adeguato apporto di fibre vegetali. Entrambe possono essere consumate crude o cotte, a pezzetti, centrifugate o sotto forma di passato, e cucinate come più piace, tranne che fritte, perché questo metodo di cottura, oltre che poco sano, tende a ostacolare il lavoro dell’intestino.
Un’ulteriore importante fonte di fibre sono i cereali integrali, ma in questo caso va ricordato di bere in abbondanza mentre si mangia per evitare di ottenere un effetto opposto a quello atteso. Raccomandazione analoga vale in caso si scelga di assumere integratori di fibre di vario tipo.
A risultati sovrapponibili si può poi arrivare se si utilizzano detergenti troppo aggressivi per l’igiene intima (o se non si effettua un accurato risciacquo dopo il lavaggio), carta igienica troppo ruvida o biancheria intima in fibre sintetiche che promuovono la sudorazione e impediscono una corretta traspirazione della cute e delle mucose genitali.
Quest’ultimo aspetto diventa particolarmente rilevante se si svolgono attività professionali o sportive che tendono di per sé a irritare le parti intime, come il ciclismo o l’equitazione.
In presenza di prurito di qualunque tipo e localizzazione, il primo consiglio è il più difficile da seguire: non grattarsi. Lo sfregamento, infatti, oltre a offrire un sollievo minimo e del tutto estemporaneo, ha come principale effetto di peggiorare la situazione, irritando e lesionando cute e mucose (soprattutto quelle delicatissime dell’area genitale) e promuovendo l’insorgenza di infezioni.
Oltre a individuare, con l’aiuto del medico, la causa scatenante e a rimuoverla, per alleviare il prurito anale è utile: seguire un’alimentazione sana, ricca di fibre vegetali e liquidi, per prevenire/contrastare la stitichezza; curare l’igiene intima, scegliendo detergenti specifici e risciacquando sempre abbondantemente con acqua fresca o tiepida; utilizzare asciugamani e carta igienica molto morbidi, evitando di sfregare; scegliere indumenti intimi in fibre naturali (cotone), non colorati e privi di cuciture che possano irritare la regione anale e perianale (quindi, niente tanga né perizomi).
In aggiunta, se compatibile con i trattamenti specifici previsti per la cura dell’eventuale patologia presente, il medico potrà prescrivere rimedi locali (creme, pomate ecc.) oppure soluzioni per lavaggi esterni in grado di attenuare il fastidio.
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